14/12/2021
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29/09/2021
Finanza
In più di 30 anni attività lavorativa in aziende appartenenti ai vari settori merceologici, ho sentito tante volte, anziLeggi tutto
Un’azienda può puntare alla propria crescita anche in un contesto che presenta diverse complessità operative e finanziarie. Margini di profitto ridotti, flussi di cassa irregolari, esposizioni verso clienti in ritardo nei pagamenti: sono tutte condizioni che rendono più delicata qualsiasi decisione strategica. In questo scenario, è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra investimento e sicurezza finanziaria. Crescere, infatti, non deve significare esporsi a rischi eccessivi che potrebbero compromettere la stabilità economica e operativa dell'impresa nel medio-lungo periodo.
Prima di pianificare qualsiasi investimento, è indispensabile “scattare” una fotografia accurata e dettagliata della situazione finanziaria aziendale. Solo attraverso un’analisi puntuale è possibile capire dove si trovano le reali opportunità di crescita e quali sono invece i potenziali fattori di rischio. Questo significa:
analizzare il bilancio e i flussi di cassa, valutando non solo il saldo disponibile ma anche la provenienza e la tempistica degli incassi e dei pagamenti, per avere una visione completa della liquidità operativa e della sua stabilità nel tempo;
N.B. è fondamentale avere una buona marginalità. Se ti sei perso l’articolo dedicato leggi questo �� Articolo Marginalità
valutare il livello di indebitamento e la capacità di rimborso, distinguendo tra debiti a breve, medio e lungo termine, e stimare la reale capacità dell’azienda di far fronte agli impegni finanziari, anche nell’ipotesi di nuovi investimenti o variazioni dei tassi d’interesse;
individuare i crediti a rischio elevato o con elevata anzianità, segmentandoli per tipologia di cliente, ammontare e ritardo accumulato, così da comprendere quali risorse possono realisticamente essere recuperate e quali richiederanno un piano d’azione mirato, magari attraverso l’intervento di professionisti esterni.
Questo processo di diagnosi finanziaria non è solo un passaggio tecnico, ma una vera e propria base strategica: consente di prendere decisioni consapevoli, realistiche e sostenibili, evitando di generare ulteriore tensione finanziaria o di compromettere la solidità dell’impresa nel tempo.
Per finanziare la crescita in maniera davvero sostenibile, le aziende devono adottare approcci flessibili e intelligenti, capaci di rispondere a esigenze diverse a seconda della fase aziendale (ad esempio di avviamento o di espansione) e del contesto di mercato. Non esiste una formula unica: ciò che conta è saper individuare le leve più adatte per generare liquidità senza compromettere la stabilità economica.
Una delle leve principali è il recupero crediti. Quando l’azienda ha risorse bloccate, è essenziale attivare un piano strutturato ed efficace. Questo comporta innanzitutto una segmentazione accurata dei crediti in base al grado di rischio e all’anzianità, così da capire quali siano quelli facilmente recuperabili e quali richiedano interventi più incisivi. In parallelo, è utile attivare solleciti automatizzati ma personalizzati, che consentano di mantenere un rapporto professionale con i clienti senza perdere il controllo delle scadenze. In molti casi, poi, risulta vantaggioso esternalizzare l’attività di recupero a consulenti o società specializzate, che possano agire in modo tempestivo e mirato. Ogni credito recuperato rappresenta liquidità pronta per essere reinvestita.
Un altro strumento fondamentale è il rifinanziamento del debito esistente. Le condizioni di finanziamento ottenute in passato potrebbero non essere più adatte all’attuale situazione aziendale o al nuovo piano di crescita. Rinegoziare i tassi d’interesse, allungare le scadenze o accorpare più debiti in un’unica operazione può alleggerire la pressione finanziaria e liberare risorse preziose per nuovi progetti.
Infine, è opportuno considerare anche forme alternative di finanziamento. I finanziamenti agevolati o a tasso zero, spesso erogati attraverso bandi pubblici, rappresentano un’opportunità interessante soprattutto per chi investe in innovazione o sostenibilità. Anche strumenti come il crowdfunding o i minibond, sebbene più adatti alle PMI già strutturate, possono offrire soluzioni flessibili e mirate per progetti di espansione.
La combinazione di queste strategie consente di sostenere la crescita in modo concreto, senza compromettere l’equilibrio finanziario complessivo dell’impresa.
Ogni decisione deve rispondere a una domanda chiave: l’investimento che voglio fare è sostenibile con le mie risorse attuali? Se la risposta è negativa, prima di fare il passo, è necessario ottimizzare ciò che già si ha: ridurre gli sprechi, recuperare i crediti, negoziare meglio con clienti e banche. In altre parole, rafforzare la base prima di costruire piani ambiziosi.
Ma cosa significa, concretamente, “crescere” per un’azienda? La crescita può assumere forme diverse: l’ampliamento della gamma di prodotti o servizi, l’ingresso in nuovi mercati, l’apertura di nuove sedi operative, l’investimento in tecnologie più efficienti o nel capitale umano. Tutte queste iniziative richiedono risorse – finanziarie, organizzative, strategiche – e devono essere sostenute da una struttura aziendale solida e ben preparata.
Finanziare la crescita, sì, ma senza perdere di vista l’obiettivo primario: restare solidi e reattivi, anche quando il mercato cambia e dinnanzi a possibili avversità. Perché una crescita disallineata dalla capacità reale dell’azienda rischia di trasformarsi in un boomerang, esponendo l’impresa a tensioni finanziarie, inefficienze gestionali e perdita di competitività.